18/06/2021
15/05/2020
07/04/2020
07/04/2020
07/04/2020
07/04/2020
07/04/2020
10/05/2019
28/11/2018
14/11/2018
09/11/2018
14/09/2018
20/03/2018
19/03/2018
14/12/2017
CORIGLIANO CALABRO (CS) – Dopo Lino Banfi, Gianni Morandi, oltre a centinaia di comuni cittadini d’ogni località italiana nonché dell’estero, l’iniziativa socioculturale “Adottaunclementino”, protesa a valorizzare adeguatamente il prelibato e succoso frutto della Sibaritide e ideata dall’imprenditore agrumicolo Aldo Salatino, registra un ulteriore ‘colpo’ messo a segno nelle ultime ore. Si tratta della simbolica ‘adozione’, con tanto di apposito certificato, consegnata a Sua Santità Papa Francescopresso la sua residenza privata di Santa Marta. Un dono assai gradito, tant’è che non si è fatta attendere la lettera di ringraziamento per le clementine ricevute da parte della Segreteria di Stato, a nome dunque del Sommo Pontefice, con in allegato una immagine dello stesso Bergoglio. Una brillante e generosa iniziativa, che in realtà si aggiunge alle analoghe già realizzate da Aldo Salatino nei precedenti anni in concomitanza con le festività natalizie; non è infatti la prima volta che Papa Francesco riceve le Clementine di Corigliano Calabro, che impreziosiscono così le tavole del Vaticanoe rendono onore a quest’autentica eccellenza del territorio.
Si aggiunge così un’altra splendida pagina all’idea innovativa e originale “Adottaunclementino” che permette a chiunque di ricevere al proprio domicilio, alla modica spesa di cinquanta euro e senza alcun costo aggiuntivo, circa trenta chilogrammi di clementine, adottando una pianta del frutto profumato e dalle tante proprietà e seguendone passo dopo passo, attraverso lo strumento della geolocalizzazione, il percorso di maturazione. Iniziativa che, oltre a consentire anche a coloro che risiedono a migliaia di chilometri di distanza di vedersi consegnate le clementine, tutte al naturale e prive di alcun trattamento, contribuisce fattivamente ad una giusta causa: per ogni adozione viene infatti devoluta una piccola parte all’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
05/12/2017
Oramai manca poco: il 18 dicembre è l'ultimo giorno utile per il pagamento della seconda rata dell'Imu e della Tasi per il 2017. Per i proprietari che devono effettuare il versamento ecco dieci cose da sapere sulle imposte sulla casa.
19/07/2017
Tra marzo 2015 e maggio 2017, sono state già 14.163 le famiglie che hanno potuto sospendere per 12 mesi la quota capitale del proprio mutuo, per un controvalore complessivo di 412 milioni di euro. Ciò in virtù di quanto previsto dal nuovo Regolamento del Fondo di Solidarietà mutui prima casa che permette la sospensione del prestito in presenza di determinate condizioni.
Dal 1º gennaio e fino al 31 dicembre 2017 è possibile richiedere la sospensione della sola quota capitale della rata, fino a un massimo di 12 mesi per i finanziamenti di durata superiore a 24 mesi. A poter richiedere la sospensione sono le famiglie che si trovano in difficoltà economiche in seguito a uno dei seguenti eventi, se avvenuti nei due anni precedenti alla presentazione della richiesta.
Potranno richiedere la sospensione i proprietari di un immobile adibito ad abitazione principale e titolari di un mutuo non superiore a 250.000 euro e in possesso di un ISEE non superiore a 30mila euro. Il mutuo deve essere in essere da almeno un anno e in caso di ritardo nel pagamento questo non deve essere superiore a 90 giorni.
Il mutuatario che vuole richiedere la sospensione del mutuo dovrà presentare la domanda con apposito modulo allegando anche l'apposita documentazione. La banca, una volta ricevuta la domanda e verificato il possesso dei requisiti, inoltra per via telematica, entro 10 giorni lavorativi, la domanda alla Consap, la quale, a sua volta, entro 15 giorni lavorativi comunica alla banca l'accettazione o meno dell'istanza dell'istanza di sospensione. La Banca a sua volta informa il richiedente dell'esito della domanda, motivando in caso di rifiuto il rigetto della stessa.
19/07/2017
Il crollo della palazzina di Torre Annunziata è stata una tragedia di fronte alla quale non si è potuti rimanere in silenzio. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha annunciato che per gli edifici sarà obbligatorio il certificato di stabilità. “Com’è obbligatoria la certificazione energetica degli immobili, nei futuri contratti d’affitto e di compravendita lo sarà anche la certificazione statica”, ha affermato. Parole che hanno incontrato il favore di architetti e ingegneri.
La novità dovrebbe essere introdotta nella prossima legge di Stabilità, che sarà in vigore dal 2018. In particolare, il ministro delle Infrastrutture ha spiegato: “In Italia manca una classificazione ufficiale degli edifici. Abbiamo tuttavia introdotto l’obbligo della certificazione energetica e ora pensiamo di proseguire su questa strada anche per la sicurezza statica. L’idea è quella di inserire nei contratti d’affitto e di compravendita la clausola della certificazione statica obbligatoria, al pari della certificazione energetica”.
Le parole di Delrio sono state accolte positivamente da ingegneri e architetti. Con una nota è stato fatto sapere che il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, plaude all’annuncio del ministro Delrio, ma torna a chiedere con forza l’istituzione del fascicolo del fabbricato.
In un comunicato diffuso dal Consiglio nazionale degli ingegneri si legge: “A seguito del drammatico crollo della palazzina di Torre Annunziata avvenuto nei giorni scorsi, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha annunciato che per gli edifici sarà obbligatorio il certificato di stabilità, un po’ come avviane attualmente con la certificazione energetica degli immobili. Sul tema dei costi della certificazione Delrio ha sottolineato come tramite il Sisma Bonus essi saranno detraibili all’85%.
Armando Zambrano, presidente del Cni, ha così replicato alle dichiarazioni del ministro: ‘L’annuncio dell’introduzione del certificato di stabilità è una cosa opportuna da parte del Governo. Il Sisma Bonus, in questo senso, è un bel passo in avanti, anche se sono necessarie delle modifiche normative per renderlo meglio attuabile. Va detto, però, che non possiamo aspettare che siano i condomini e i proprietari di immobili ad avviare determinate procedure. Bisogna far sì che si abbia una conoscenza più ampia dello stato degli immobili, in modo da poter stabilire se e come è necessario intervenire per garantirne la sicurezza’.
‘Da anni – prosegue Zambrano – come Consiglio Nazionale degli Ingegneri e come Rete Professioni Tecniche chiediamo l’istituzione del fascicolo del fabbricato. Riteniamo, infatti, che sia uno strumento determinante per conoscere le criticità di un edificio. Cominciano a rendersene conto anche gli organi di informazione che da un po’ di tempo lo indicano come una determinante fonte di conoscenza dello stato delle nostre case. Purtroppo, però, in questi anni determinate lobby, soprattutto quelle dei proprietari immobiliari, avanzando motivazioni a volte piuttosto fantasiose hanno lavorato per evitarne l’introduzione, facilitati dall’indifferenza colpevole della politica’.
‘In Italia – conclude Zambrano – abbiamo circa 20 milioni di edifici costruiti prima che venisse introdotta la normativa sul rischio sismico che ha imposto regole più stringenti nel settore delle costruzioni. In questo senso, dopo l’iniziativa di Delrio, ci aspettiamo un ulteriore sforzo dal mondo della politica, anche nella direzione dell’introduzione del fascicolo del fabbricato’”.
Favorevoli all’istituzione del certificato di stabilità per gli edifici anche gli architetti. Per il Consiglio nazionale degli architetti “si tratterebbe di una documentazione ‘minimale’ che consentirebbe di conoscere le condizioni di vulnerabilità degli edifici per avere un quadro realistico dello stato del patrimonio edilizio del nostro Paese, anticipando l’istituzione dell’auspicato fascicolo del fabbricato – una sorta di ‘cartella clinica’ – contro il quale, anche in queste ore, si levano interessate voci di dissenso”. E ancora: “Non c’è dubbio che lo sterminato patrimonio edilizio italiano vada messo in sicurezza considerando che fortunatamente si è arrestato il processo di espansione. Può essere l’occasione non solo per raggiungere dei necessari standard di stabilità per ogni immobile, ma anche per rimettere in moto in maniera virtuosa l’edilizia, colpita, più di tutte, dalla crisi economica”.
31/05/2017
Non tramonta il sentimento d’amore degli italiani nei confronti della casa e a dimostrarlo ci sono i risultati dell’ultimo sondaggio di uno dei maggiori portali immobiliari che ha chiesto a un campione di 10mila utenti in che cosa investirebbero se potessero lasciare qualcosa ai figli.
Il 51,7% dei rispondenti ha dichiarato che, fra le opzioni suggerite, quello in cui investirebbero per i propri eredi è un immobile. Questo vuol dire che oltre metà degli italiani vede ancora la casa come il bene più prezioso da tramandare, ma indica anche che per l’altra parte di chi ha risposto non è così. Se l’amore per gli immobili non sembra tramontare, di certo il sentimento sta cominciando a scricchiolare se consideriamo che alla stessa domanda, in un sondaggio del 2006, ben il 60% dei rispondenti aveva indicato la casa. In fondo erano anni, quelli precedenti alla crisi, in cui i prezzi degli immobili continuavano a crescere, la domanda rimaneva costantemente a livelli sostenuti e la casa era davvero il bene rifugio per eccellenza.
Guardando al dettaglio di chi acquisterebbe una casa per i figli, non si sono riscontrate grandi differenze fra le diverse fasce d’età o le diverse regioni di residenza. Le uniche percentuali più elevate, seppur di poco, di chi comprerebbe un immobile sono quelle rilevate fra chi vive al Sud (54,38%) e fra chi ha più di 60 anni (58,23%).
Chi ha risposto al sondaggio dichiarando che ciò che lascerebbe ai figli è una casa, ha detto di pensarla in questo modo in quanto l’immobile è l’unico bene durevole da poter tramandare (41,65%). Oltre il 29%, invece, non ha fiducia nel futuro dei giovani e comprerebbe una casa per loro convinto del fatto che da grandi non saranno in grado di farlo da soli. Per il 18% la ragione va ricercata nella concezione dell’affitto come uno “spreco di soldi” che vorrebbero risparmiare ai loro figli, soprattutto se guardiamo alle regioni del Sud, dove questa percentuale è arrivata al 21%. Ciò indica che nel Meridione la locazione non è ancora concepita come alternativa alla vendita, nonostante i trend positivi del settore, ma è considerata un vero e proprio ripiego.
Si parla tanto di fuga di cervelli, eppure oltre il 60% dei genitori investirebbe in un immobile nella propria città. Solo il 19,2% guarderebbe al mercato delle grandi città italiane, poco più del 13% investirebbe in località di villeggiatura e appena il 6% farebbe un investimento all’estero.
Chi non ha espresso la sua preferenza verso la casa come bene in cui investire per i figli, ha distribuito le risposte in maniera abbastanza equa fra le altre soluzioni proposte nel sondaggio. Oltre il 16% partirebbe con un’attività di business che sia redditizia da tramandare, poco più dell’11% sceglierebbe una polizza vita, quasi il 15% investirebbe in fondi e prodotti finanziari e solo il 5,6% comprerebbe oro e diamanti. La ragione più ricorrente per cui non si è scelta la casa è quella di considerarla come un bene troppo costoso da mantenere, risposta indicata dal 43% del campione. Oltre il 30% non investirebbe in immobili perché incerto sul futuro dei propri figli e sulla città in cui vivranno. Solo il 9% ha detto di non potersi permettere una casa, mentre quasi il 3% è ancora più previdente ed eviterebbe di comprarne una per paura che il futuro partner del figlio, in caso di divorzio, possa tenersi l’immobile.
30/05/2017
Alcuni dei servizi erogati dalle nostre Agency
30/05/2017
L’Agenzia delle Entrate e l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, hanno presentato il loro rapporto annuale sul mercato delle abitazioni nel 2016. Il quadro complessivo che emerge dallo studio è quello di un settore che sta meglio e che registra ancora numeri in ripresa rispetto agli anni bui della crisi economica.
Nel Rapporto Immobiliare 2017, questo il nome dello studio, emerge in primis come le compravendite stiano continuando a segnare degli aumenti, passando a 533.741 unità vendute, cifra che segna un incremento del 18,9% in confronto al 2015. Cresce anche la superficie media degli immobili oggetto di compravendite: si passa da 105,2 a 106,6 metri quadrati. Nel complesso si parla di un valore di scambio pari a 89 miliardi di euro, totale aumentato del 17,4% rispetto al 2015. In parallelo al mercato delle abitazione segna un incremento del 19% anche quello delle pertinenze, soprattutto nelle regioni del Nord.
Guardando agli spaccati regionali dello studio, si evince come sia la Lombardia l’area dove si registrano le performance migliori, con un aumento delle compravendite del 21,4% rispetto al 2015: da sola questa regione rappresenta un quinto di tutto il mercato italiano. Seguono le buone performance del Veneto (+23,1%), della Toscana (+20%), dell’Emilia Romagna e del Piemonte (+22,8%). Nel Lazio l’aumento è più contenuto e il numero delle compravendite sale del 13,2% per un totale di 55mila abitazioni scambiate, il 10% di tutto il mercato nazionale. Nessuna regione ha segnato decrescita, ma se si guarda a quelle che registrano il minor incremento delle compravendite, si notano i timidi +7,8% del Molise e +10,8% della Calabria: in queste due regioni la crescita è stata inferiore rispetto a quella rilevata nel 2015.
Cresce il numero delle transazioni effettuate tramite un mutuo ipotecario: si è registrato un +27,3% rispetto al 2015. L’area con la più alta concentrazione di compravendite di questo tipo è il Nord-Ovest, dove le transazioni mediante mutuo rappresentano il 36,7% del totale. La cifra media erogata per l’acquisto di una casa è di 120mila euro, valore che si alza a 153mila euro nei capoluoghi delle regioni centrali. Nel 2016 il tasso di interesse medio dei mutui è sceso ancora dello 0,44%, arrivando al 2,31% a livello nazionale, per arrivare al record di 2,56% nelle regioni meridionali. Rimane stabile la durata media del mutuo, pari a 22,5 anni. Si abbassa la rata media corrisposta ogni mese che è passata da 592 euro a 570.
Come evidenziato anche in un recente studio di Immobiliare.it sul mercato delle locazioni, l’interesse verso questo tipo di contratto è in crescita, tanto che nel 2016 sono stati sottoscritti più accordi del 2015 (+1,3%). La superficie media degli immobili locati è pari a 92 metri quadrati, per un prezzo medio di 60,7 euro al metro quadro (+0,3%). Più del 50% dei contratti è di lungo periodo e di tipo ordinario; un quarto degli affitti è stipulato con contratti agevolati di oltre tre anni; il 17% ha un contratto di tipo transitorio, mentre è inferiore al 3% il peso dei contratti agevolati con studenti.
All’interno dello studio l’Abi, sulla scia di quanto si fa solitamente nei Paesi anglosassoni, ha calcolato anche l’indice di affordability, vale a dire una sintesi fra reddito disponibile, andamento del mercato, prezzi delle case e tassi di interesse dei mutui. Nel secondo semestre dell’anno la possibilità delle famiglie italiane di effettuare un acquisto immobiliare ha toccato i massimi storici.
25/05/2017
Chi vuole accendere un mutuo per l'acquisto di una casa deve considerare diversi fattori per assicurasi il finanziamento migliore e risparmiare sulla rata. Vediamo cinque consigli del sito Facile.it per assicurarsi il prestito più conveniente.
20/05/2017
E' cominciato il conto alla rovescia per il pagamento della prima rata di giugno di Imu e Tasi 2017. Quest'anno per il versamento delle imposte sulla casa valgono le stesse regole stabilite dalla legge di stabilità 2016. Tra queste c'è la riduzione della base imponibile del 50% per le case concesse in comodato d'uso gratuito. Sempre e quando si rispettino determinate condizioni
La legge di Stabilità 2016 e la circolare n.1/DF del 17 febbraio 2016 , hanno definito i requisiti e i campi di applicazione della riduzione del 50% della base imponibile di Imu e Tasi.
Tasi comodato gratuito 2017
Come specificato dal Mef, poiché la base imponibile della Tasi è la stessa dell'Imu, la riduzione vale anche ai fini Tasi. Per quanto riguarda la Tasi, il proprietario verserà l'imposta con riduzioe del 50% in base alla quota di ripartizione prevista dal Comune (dal 70% al 90%) mentre il comodatario con pagherà la Tasi perché per lui l'immobile è abitazione principale.
16/05/2017
12/05/2017
Apre finalmente a Corigliano Scalo la Consimm Agency , MB CASA raddoppia .... oltre al punto vendita di Sibari , viene aperto un punto vendita a Corigliano Scalo in Via Nazionale 209 vicinanze piazza , bar Sanremo , Macelleria Tocci , Ferramenta , chiesa . Il punto vendita fa angolo con Via degli albanesi . La struttura organizzativa dell'Agency vuole essere punto di incontro di ogni esigenza abitativa : dalla vendita al fitto , alle esigenze tecniche , finanziarie , condominiali e legali . Il Consorzio Immobiliare Consimm (il più grande consorzio in Italia di Agenzie Immobiliari: Consulenti Immobiliari Professionisti .''Maurizio Bianchimano Agente Immobiliare da oltre quindici anni sarà il Manager Immobiliaretitolare dell'Agenzia Consimm Corigliano.
La sua esperienza e la sua professionalità faranno sì che l'Agenzia di Corigliano possa essere di aiuto per chi deve vendere ed acquistare casa a Corigliano e paesi limitrofi.
La Consimm Agency di Corigliano ricerca agenti immobiliari, consulenti, acquisitori da inserire nel proprio organico chi fosse interessato può contattare direttamente il Manager Bianchimano per organizzare un appuntamento conoscitivo.
Il Presidente del Consorzio Consimm Pasquale Aiello augura vive congratulazioni al collega MAURIZIO BIANCHIMANO, che ha creduto nei grandi potenziali evolutivi della iniziativa!! Tutti i soci del Consorzio Consimm formulano naturalmente i migliori auguri di buon lavoro al collega Maurizio Bianchimano. Un gruppo di lavoro sempre più integrato, dunque, ( il Consorzio CONSIMM* ) per le migliori fortune dei suoi consorziati! ''
Fonte Ufficio Stampa Consimm
12/05/2017
A giugno 2017 arriva la cedolare secca anche per gli affitti brevi.
Affitti brevi e nuova tassazione: si potrà optare per la cedolare secca al 21%.
È diventata legge la norma che detta un nuovo regime fiscale per gli affitti brevi. A partire dal 1 giugno 2017 ai proprietari che dichiarano un reddito proveniente da questa tipologia di locazione verrà data la possibilità di optare per la cedolare secca al 21%.
La novità fiscale è contenuta nell’articolo 4 del Dl 50/2017, pubblicato nel Supplemento Ordinario 20/L della Gazzetta Ufficiale n. 95 ed entrato in vigore lo scorso 24 aprile. La cosiddetta “manovrina” specifica inoltre che la cedolare secca diventa applicabile anche sui proventi lordi derivati da contratti di sublocazione e dai contratti a titolo oneroso conclusi dal comodatario con terzi per il godimento dell’immobile, sempre che siano rispettate le condizioni e i requisiti relativi agli affitti brevi.
Cosa sono gli affitti brevi.
L’articolo 4 del Dl specifica che per affitti brevi si intendono quei contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, compresi quelli che prevedono servizi di fornitura biancheria e pulizia locali, stipulati da soggetti privati non nell’esercizio di attività d’impresa, “direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online”. In pratica nel caso in cui sia il proprietario ad affittare, esso deve provvedere al pagamento delle tasse esercitando l’opzione fiscale prescelta tramite dichiarazione dei redditi, mentre diverso è il discorso quando si inseriscono nell’attività soggetti terzi, ovvero le agenzie immobiliari o i portali.
Il ruolo degli agenti immobiliari e dei portali negli affitti brevi.
Gli intermediari che concludono un contratto di locazione inferiore ai 30 giorni tra un proprietario e un inquilino dovranno trasmettere i dati relativi ai contratti all’agenzia delle Entrate; pena per l’omissione o l’incompleta trasmissione dei dati è una sanzione dai 200 ai 2000 euro, che si riduce della metà se si provvede alla comunicazione entro i 15 giorni successivi alla scadenza o se, nello stesso termine, viene effettuata la corretta trasmissione dei dati precedentemente forniti in modo incompleto o erroneo.
Per assicurare il contrasto all’evasione fiscale inoltre, gli intermediari, agenti o portali che siano, dovranno trattenere una ritenuta d’acconto del 21% sui proventi dei canoni e corrispettivi, operando in qualità di sostituti d’imposta e versarli utilizzando il modello F24. Nel caso in cui il proprietario non abbia esercitato l’opzione per la cedolare secca, la ritenuta viene considerata corrisposta a titolo di acconto e potrà conteggiarla all’interno dell’ammontare Irpef dovuto per quell’anno. Compito degli intermediari sarà infine quello di inviare la Certificazione unica annuale con gli importi pagati al fisco a titolo di imposta o di acconto, come indicato nel Dlgs 322/98.
In ogni caso le modalità di trasmissione e conservazione dei dati e le disposizioni relative all’attuazione della norma contenuta nell'articolo 4 del Dl 50/2017 verranno definite in un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate atteso entro il prossimo 25 luglio.
SEGRETERIA CONSORZIO CONSIMM
MB CASA -
Via Lenormant 4,
87011
Sibari (CS)
- Tel 0983032719
- Cell 3802514304 - P.IVA 03004920785 - REA 204758 CS
- Ogni Agenzia ha un proprio Titolare ed e' Autonoma -